mercoledì 22 febbraio 2012

Dario Fo e CL. Se semini vento, raccogli tempesta




Ieri Dario Fo è tornato sulla vicenda. Riportiamo l'agenzia.

Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "Non ho fatto pubblicita' a Comunione e Liberazione perche' mi ha boicottato duramente. Non ne voglio sapere di avere rapporti con loro. In parecchie piazze sono stato rifiutato come attore, come interprete e capocomico".


Cosi' il premio Nobel Dario Fo commenta, con l'Adnkronos, il suo rifiuto di fare pubblicita', sabato sera al teatro Apollonio di Varese, ad un gruppo di volontari cattolici di Comunione e Liberazione, che raccoglieva fondi per la campagna 'Banco nonsolopane onlus', a favore dei non abbienti. Il Nobel, impegnato sul palco del teatro lombardo nel suo spettacolo 'Mistero buffo', non ha annunciato l'iniziativa alla fine dello spettacolo per sollecitare le donazioni da parte del pubblico. Richiesta, questa, che gli era stata fatta da un volontario.

"Non volevo fare pubblicita' - spiega Fo - ad un gruppo come CL. La carita' viene spesso usata per farsi della pubblicita' particolare e spesso politica. E poi il volontario - racconta Fo - mi ha fatto capire che era di CL alla fine del nostro colloquio. Non e' stata una bella esperienza". In ogni caso, aggiunge Fo, "non voglio fare da portavoce ad un gruppo come quello, di cui ho peraltro delle memorie orrende. A Padova - ricorda il Nobel - CL aveva in mano il teatro cittadino. E, per dieci anni, non mi e' stato permesso di lavorare li'. Ho avuto per tanto tempo dei rapporti pessimi con Comunione e Liberazione. E sono stato boicottato duramente. Non ne voglio sapere di avere rapporti con loro. Ricordo che, in parecchie piazze - ribadisce con forza Fo - sono stato rifiutato perche' la penso diversamente da loro. Sono stati loro ad aver aperto la diatriba fin dall'inizio della loro attivita' quando giravo per le piazze. Insomma, sono stato gravemente danneggiato per anni", conclude il Nobel. (Crm/Col/Adnkronos)
21-FEB-12 15:14

Credo che in questa situazione sia mancata totalmente quella fantastica dote delle persone che si chiama tolleranza, e magari anche un pizzico di gandhiana sopportazione. Se un premio Nobel ragiona con la regola del "dente per dente" siamo messi male. Resto sempre dell'idea che una alzata di spalle e un bel chissenefrega da parte del signor Dario Fo gli avrebbe dato molta più forza e magari avrebbe aiutato a modificare il pensiero di chi lo ostacolava... In fin dei conti quello è il mestiere del Giullare, far divertire anche facendo gli irriverenti per aprire le menti di chi ascolta.

Alla fine, per un torto antico, ci ha rimesso una realtà dedicata all'assistenza di chi vive nel bisogno.

Poveri noi, come siamo messi male.

lunedì 20 febbraio 2012

Solidarietà e Dario Fo. "Pecunia non olet"


Nel mio leggere notizie in giro per la Rete, mi sono imbattuto in questa che arriva da Varese, dal titolo "Fo: non faccio appelli per il Banco Alimentare. Sono ciellini".

Personalmente sono rimasto basito, soprattutto dal fatto che ho sempre reputato Dario Fo e Franca Rame due persone degne di ogni rispetto a livello artistico, per l'impegno verso il sociale legato alla violenza alle donne e non solo.

Proprio per questo impegno non ho minimamente capito il rifiuto di contribuire al sostegno di una realtà locale varesina che, anche grazie al contributo del Banco Alimentare della Lombardia, permette ai bisognosi di avere garantito un pasto ogni Santo giorno (ops... forse non dovevo mettere Santo, mi scusi signor Fo) e alle strutture che li assistono di non dover investire denaro nell'acquisto di prodotti alimentari e quindi concentrarsi sulla propria missione.

Il bisogno, la fame e la povertà alimentare non hanno colore politico e men che meno di pelle, non sono sessiste perché colpiscono indiscriminatamente uomini e donne e soprattutto non fanno differenza tra l'anziano e l'infante.

Non esistono poveri di destra, sinistra oppure centro. Mi viene da pensare che, al momento, la vera democrazia in Italia sia quella della miseria perché colpisce a tutti i livelli (almeno una buona parte, in effetti).

Perché non essere democratico fino in fondo signori Fo e Rame? Perché non applicare anche in quel teatro un poco di socialismo reale permettendo ad un volontario di "spillare" quattrini a quella borghesia che la osanna, permettendo al proletariato di avere da mangiare anche nel futuro?

Tutto questo mi ha fatto tornare alla mente un fatto simile legato ad Emergency dove, anni fa, il sig. Gino Strada rifiutava un cospicuo finanziamento da parte del governo Berlusconi dell'epoca motivando la cosa con il non voler essere associato a quella realtà politica, in alcun modo.

"Pecunia non olet", i soldi non hanno odore e colore politico se servono per opere più che meritorie. Fare politica sulla pelle degli altri credo che sia scorretto ed indecente perché vai a colpire solo chi è in stato di bisogno e non la persona che si propone di regalare soldi.

Forse sarebbe bene che scendiate dal piedistallo e facciate tutti un passo indietro (frase abusata ma attuale), forse sarebbe bene che faceste una visita, magari in incognito, nelle mense dei poveri di Milano dove nessuno chiede chi sei e da dove arrivi, dove vieni accolto con un sorriso e un piatto di pasta. Guardi le facce e vedrà che non sono più solo stranieri ed extracomunitari ma anche famiglie intere (avete letto bene) di italiani oppure una visita a realtà come il Banco di Solidarietà - Non solo pane di Varese che assiste con discrezione chiunque si rivolga a loro senza cercare altro.

Personalmente ritengo che abbiate sbagliato entrambi cari signori Fo e Rame. Nella vita ci possono essere antipatie ed antagonismi ma queste devono essere superate dal buon senso che ciascuno di noi possiede.

Mi dispiace profondamente per gli amici del Banco di Solidarietà ma soprattutto per Lei signor Fo perché mi ha portato a pensare, con questo rifiuto, di aver perso quel buon senso che le ha permesso di arrivare dove è arrivato.

venerdì 17 febbraio 2012

Neve, disgelo, alluvioni e caldo tropicale


Un bel mix di situazioni che stiamo affrontando ed affronteremo nel breve-medio termine. Si, perché se adesso abbiamo appena superato con mille difficoltà ed inefficienze l'emergenza neve, mi chiedo come riusciremo a sopravvivere all'inevitabile campagna di smottamenti, frane e dissesti idro-geologici vari.

Siamo pur sempre il Paese con uno tra i più alti livelli di dissesto idro-geologico (Sicilia e Calabria 2010), ed alluvioni dove in questo caso siamo quelli che preferiscono spendere soldi in cavolate pro-elezione piuttosto che spenderli per la manutenzione e pulizia dei corsi d'acqua (Genova 2011).

Ora il buon colonnello Giuliacci ci annuncia che Primavera ed Estate 2012 saranno caldissime e già siamo a preoccuparci, tutti iniziano a fare stime su quanti soldi perderanno e quali danni alle culture (giustamente) ci saranno.

Ma se cominciassimo a preoccuparci dell'adesso con un occhio al futuro immediato?

1. In che modo possiamo trattenere l'acqua affinché non ci siano problemi di siccità durante i periodi di calura?
2. Si sta facendo qualcosa per rimettere in sesto gli acquedotti "colabrodo" in TUTTA Italia?
3. Sono stati fatti i lavori necessari per mettere in sicurezza almeno le zone più a rischio di smottamenti e frane?

Soprattutto, noi cittadini, stiamo prendendo coscienza di come non sprecare l'acqua nelle nostre case ed essere noi i principali artefici della tutela del territorio in cui viviamo?

Questa serie di domande non so se avrà risposte che mi piaceranno.

Probabilmente ci troveremo a dover affrontare emergenze costose con amministratori che si rimpalleranno le responsabilità scaricando le proprie colpe sulle spalle delle gestioni precedenti, del Governo, della Provincia e della Regione soprattutto di "colore" politico diverso.

Povera Italia, come siamo messi. Speriamo che la volontà del Popolo sia più forte della miopia politica, legata al solo periodo elettorale.

sabato 11 febbraio 2012

Foibe: un massacro nel nome della politica


Un nuovo giorno della Memoria, un nuovo tentativo di far ricordare una strage effettuata non nel nome della Liberazione del suolo Patrio (comunque opinabile in quanto strage) quanto nel tentativo di cancellare qualsiasi tipo di opposizione politica all'annessione di territori alla nascente Jugoslavia del Generale Tito.

Perché dallo sciagurato 8 settembre 1943 (per me una nuova Caporetto), dove una monarchia codarda e un pugno di generali altrettanto vigliacchi, ha lasciato senza ordini e in balìa delle truppe germaniche una massa enorme di soldati e ufficiali oltre a tutto l'apparato civile per la gestione dei territori occupati, una parte di questi hanno colto l'occasione e l'opportunità di manifestare apertamente la loro avversione al fascismo pur non essendo comunisti.

E' bene ricordare che la guerra partigiana in Italia non è stata solo appannaggio del Partito Comunista Italiano, un gran numero di reparti dell'Esercito, anche se a ranghi ridotti a causa delle defezioni, si sono dati alla macchia ovunque, dagli Appennini alle Alpi contribuendo alla liberazione dei territori. Altri si sono arresi alla truppe alleate e dopo essere state riorganizzati alla bene e meglio, con materiale del Regio Esercito recuperato in tutto il Sud Italia, vennero mandati all'assalto di Montelungo per sfondare le linee difensive tedesche. Fu un massacro ma alla fine conquistarono il loro obbiettivo. Anche i partiti politici fino ad allora nascosti si sono ripresentati e loro stessi hanno creato gruppi combattenti che poi, in maggioranza, sono confluiti nel CLN (Comitato di Liberazione Nazionale). Questo è accaduto in Italia.

Ma nei territori occupati?

Ci fu il massacro di Cefalonia-Corfù, e tanti altri fatti legati al disarmo del Regio Esercito da parte dei Tedeschi che, una volta catturati i militari li inviavano nei campi di concentramento per usarli come forza lavoro nell'Organizzazione Todt.
In Jugoslavia ci furono reparti italiani che affiancarono le truppe di Tito e, fino al momento in cui fecero comodo furono usati e poi... Poi si pensò ad un sistema pratico per togliere qualsiasi tipo di opposizione nei territori che il generale Tito voleva occupare, ben oltre gli accordi stabiliti dalle potenze alleate, grazie anche al peso della URSS di Stalin e al collaborazionismo di Palmiro Togliatti dal 1945 al 1948.
Qualcuno si ricordò dell'esistenza di questi pozzi carsici, profondi, nei quali si poteva gettare qualunque cosa, persone comprese, e farle sparire completamente dalla faccia della terra. Questo è stato fatto ma la memoria dei sopravvissuti non poteva essere cancellata.
Oltre 350.000 persone vennero scacciate dai territori dell'allora Venezia-Giulia e Dalmazia, trattate come assassini ed invasori anche se vivevano in quei territori da generazioni e pressoché ignorati in Italia, questo fu l'esodo istriano, una macchia per la neonata Repubblica Italiana.

Per risolvere la questione della memoria dei sopravvissuti si iniziò una sistematica campagna politica e di disinformazione e tutto fu negato oppure banalmente ridotto a faide contro ex-fascisti e collaborazionisti, delle banali vendette.
Si è dovuto aspettare la caduta del Comunismo con l'abbattimento del muro di Berlino per ritrovare la forza e gli spazi per riproporre questo eccidio alle porte di Trieste. Nelle foibe sono stati uccisi membri di partiti anti-fascisti, del CLN, militari della Guardia di Finanza che in più di una occasione avevano aiutato i partigiani ma anche carabinieri e civili innocenti solo perché italiani. Era sufficiente che si manifestasse la propria italianità per essere arrestati e scomparire.

Riporto un passo di una intervista del 1991 rilasciata da Milovan Gilas:

« Ricordo che nel 1946 io ed Edward Kardelj andammo in Istria a organizzare la propaganda anti-italiana. Si trattava di dimostrare alla commissione alleata che quelle terre erano jugoslave e non italiane: predisponemmo manifestazioni con striscioni e bandiere.

Ma non era vero? (domanda del giornalista)

Certo che non era vero. O meglio lo era solo in parte, perché in realtà gli italiani erano la maggioranza nei centri abitati, anche se non nei villaggi. Bisognava dunque indurli ad andare via con pressioni d'ogni genere. Così ci venne detto e così fu fatto. »

(Milovan Gilas - Panorama, 21 luglio 1991)

Penso che anche questa data debba essere ricordata e magari ci si dovrebbe ricordare anche di ogni evento legato ad eccidi e genocidi come le purghe staliniane che fecero poco meno di 800mila vittime dichiarate ma si stimano, in realtà, in quasi 5 milioni, dal  1931 al 1953.

Per concludere allego il link al sito della Lega Nazionale di Trieste, custode del monumento nazionale della Foiba di Basovizza (clicca qui). Per onestà intellettuale sarebbe opportuno leggere e riflettere.

La storia ci dovrebbe insegnare a non ripetere gli stessi errori, l'uomo ci insegna che ha la memoria corta, la politica ci insegna che può manipolarci approfittando della nostra ignoranza della storia.

PS. Per tanti anni lo Stato italiano ha provveduto alle pensioni dei partigiani che avevano infoibato centinaia, se non migliaia, di italiani del Venezia-Giulia e Dalmazia. Tutto questo nonostante fossero ben chiare le responsabilità e le denunce fatte dagli esuli istriani ovviamente ignorate dall'ipocrisia della politica.

martedì 7 febbraio 2012

Global warming, umani e lo zampino del Sole

Riporto come trovato sul sito ANSA.it


"... Il riscaldamento climatico dipenderebbe quasi esclusivamente dalle emissioni di CO2 causate dall'uomo? Nient'affatto, scrive Werner Weber, accademico tedesco, sul tabloid Bild. Responsabile per almeno metà dell'innalzamento di 0,8 gradi nella temperatura registrata negli ultimi 150 sarebbe la nostra stella, il sole.
Citando la ricerca di un gruppo di scienziati guidati dall'ex ministro dell'ambiente della città-Stato di Amburgo, Fritz Vahrenholt, Weber spiega che i campi magnetici sprigionati dalle macchie solari provocano variazioni consistenti e durature sulla temperatura terrestre. Come dimostrerebbe l'analisi degli strati della terra, in passato il clima è stato molto differente proprio in corrispondenza di cicli solari magnetici di diversa intensità.

Mille anni fa, in una fase di particolare attività solare, la Groenlandia sarebbe stata tanto calda da poterci coltivare. Più recentemente, dal 1700 l'attività solare è cresciuta fino ad arrivare, nei due cicli che hanno preceduto il 1995, al valore più alto registrato negli ultimi 400 anni. In sostanza, è la tesi dell'autore, seppure la riduzione di CO2 e l'uscita dall'era fossile sono scelte giuste, la fretta e i messaggi d'allarme lanciati dalla comunità scientifica internazionale e dagli esperti dell'Onu sarebbero esagerati. Anche perché, secondo rinomati fisici, l'attività del sole è in calo da 15 anni e diminuirà fino al 2030. ..."

Questo è quanto. Certamente importante come studio, soprattutto contro corrente. Non oso immaginare la quantità di polemiche che scatenerà se non supporterà il tutto con valanghe di dati verificabili.
Vedremo come proseguirà