lunedì 19 dicembre 2011

Bicicletta ed arroganza. Binomio inscindibile?


Partiamo da questa immagine, tranquilla, che comprende il miglior binomio possibile per il trasporto pubblico ovvero la bici per i "duri e puri" della salute e "green oriented" (passione assolutamente condivisibile anche da me) e il tram per tutti coloro che sanno di dover fare un sacco di strada ma non hanno la voglia, coraggio oppure possibilità di farlo in sicurezza su una strada di Milano.

Sulla questione sicurezza ciclistica sulle strade di Milano possiamo aprire un dibattito infinito che comprenderebbe anche una mia personale vicenda riguardante una caduta dovuta proprio ai binari del tram.

Ma, perché questo post? Perché oggi ho assistito ad una scena al limite del paradossale. Una premessa doverosa. No, una domanda. Chi di voi conosce la segnaletica tramviaria? I semafori appesi accanto a quelli normali dove passa il tram? Qui vi porto un esempio:

La barra bianca indica la direzione autorizzata al passaggio per il tram ovvero orizzontale è stop, verticale equivale ad avanti dritto e poi ci sono le diagonali,che autorizzano la svolta a destra oppure a sinistra, mentre il semaforo "normale" (rosso, giallo, verde) gestisce il traffico pedonale e veicolare.

Nell'attesa del mio tram mi guardavo intorno (espressione bovina a dire il vero) e vengo attratto dall'allegro scampanellio di un ciclista. Giro la testa verso l'incrocio e vedo il tram che svolta e il ciclista che prosegue imperterrito scampanellando senza rallentare ma, la stessa cosa fa il tramviere che prosegue sui binari per liberare l'incrocio. Il ciclista è arrivato a pochi centimetri dal tram snocciolando un rosario dietro l'altro senza tenere conto di un piccolo particolare... il SUO semaforo era ROSSO anzi, entrambi i semafori posti sull'incrocio erano più rossi di una Ferrari appena uscita dalla carrozzeria di Maranello, il segnale del tram era "aperto" e corretto per la svolta a destra ma l'ometto ruotato pretendeva la ragione per non si sa bene quale motivo.

Forse tutto il sangue era finito nelle gambe e quindi il mononeurone era in una fase modello ipossia oppure l'ignoranza galoppa sovrana in questo mondo?

Come disse un vecchio saggio: "Chi può dirlo?!"

1 commento:

  1. Succede spessissimo. qualche giorno fa a Mestre lo stesso episodio, circa, solo che come coprotagonista c'era un automobilista, anche lui ricoperto di improperi da un ciclista che neanche doveva incrociare, in quanto la pista ciclabile era dieci metri più in là. A volte i bici dotati si arrogano diritti che non hanno, hanno la loro pista ma non la usano, hanno le luci ma non le accendono, vanno contromano, sopra i marciapiedi. A molti di loro manca la cultura del vivere assieme

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